Le api selvatiche
'Api selvatiche' è un termine impropriamente usato per denotare tutte le specie di insetti appartenenti alla famiglia degli Apidae o, secondo altri autori, alla superfamiglia degli Apoidea, escludendo l'Apis mellifera, la cosiddetta ape domestica (che in realtà non è propriamente addomesticata).
Generalità
Le api appartengono al grande ordine degli insetti imenotteri , le cui caratteristiche consistono in due paia di ali membranose (a differenza dei ditteri , che hanno un solo paio di ali, come le mosche). L'ordine include, oltre alla vasta famiglia delle api (cui appartengono anche i bombi anche le formiche e le vespe. Anche se i confini sono sfumati, come regola approssimativa le vespe sono prive di peli, i bombi sono interamente pelosi, mentre le api hanno il torace peloso e l'addome poco peloso.
Nonostante la morfologia delle api selvatiche sia molto simile a quella delle api domestiche, determinarne con precisione la specie è uno dei compiti più difficile degli entomologi. Certo comunque che possiamo osservare una grande varietà di dimensioni, da api che misurano meno di un millimetro ai quasi 3 centimetri dell'ape carpentiera (o ape legnaiola, Xylocopa violacea ).
In Svizzera ci sono circa 580 specie di api selvatiche, di cui 340 circa in Ticino. Il loro numero sembra stia declinando: di alcune specie segnalate diversi anni fa non si ha più alcuna notizia; d'altra parte si segnalano anche alcuni nuovi arrivi.
Vita sociale
L'ape mellifera è tra gli insetti con vita sociale più complessa ed evoluta (eusocialità ): vive in colonie di diverse migliaia di individui, che svernano in comunità familiari, suddivise in caste con compiti diversi. Al contrario, la maggior parte delle api selvatiche sono solitarie. Tuttavia si riscontrano esempi di diversi gradi di organizzazione sociale: dalle api che vivono in aggregazioni, che formano comunità, che hanno una vita semi-sociale, o che hanno sviluppato una eusocialità primitiva (i bombi ).
Circa un terzo delle api solitarie nidifica in buchi nel legno praticati da larve di altri insetti o che si scavano da sé (come nel caso dell'ape legnaiola). Le altre nidificano in gallerie che si scavano nel terreno, spesso in stretta prossimità con loro consimili.
Nidificazione
Nella terminologia comune di derivazione anglosassone, le api solitarie sono suddivise a seconda delle loro abitudini di nidificazione. Quelle che scavano gallerie nel terreno sono dette 'api minatrici'. Lo scavo è effettuato con le mandibole e le zampe anteriori: le api dapprima frantumano il terreno con le mandibole, poi usano le 4 zampe anteriori per ributtare indietro la terra, affrancandosi alle pareti del tunnel con le zampe posteriori. Quando lo scavo diventa più profondo, usano anche le zampe posteriori e l'addome per spingere fuori la terra, che forma dei piccoli cumuli all'entrata del tunnel; alcune specie costruiscono delle 'torrette', cioè un prolungamento verso l'alto della galleria, con una curva in modo da impedire l'entrata dell'acqua piovana.. A seconda delle specie, i tunnel hanno forme diverse. Alcuni hanno un asse centrale verticale, da cui si diramano delle gallerie laterali al termine delle quali vi è una camera, che l'ape provvede ad isolare dall'umidità con sostanze secrete da una ghiandola nell'addome, in cui è deposto un uovo con una scorta di polline e nettare per la larva. Fatto questo, l'entrata della camera viene chiusa con terra, e l'ape inizia a scavare un'altra galleria laterale con la corrispondente camera. Il materiale di scavo viene depositato nella galleria precedente, in modo da evitare di portare la terra in superficie. Altre specie sistemano le camere a gruppi. Alcune specie preparano una sola camera per galleria, altre fino a una decina. Le gallerie possono arrivare ad una profondità di 60 cm; una specie che costruisce in terreni sabbiosi, la Dasypoda altercator, arriva fino al metro (si suppone che nidi di tale profondità siano il prodotto del lavoro di più generazioni di api).
Una seconda forma di nidificazione caratterizza le 'api costruttrici'. La maggior parte di loro nidifica in cavità esistenti, da fessure nelle rocce a gusci di lumache, che modellano e tappezzano usando materiali di varia natura, dal fango a resine, foglie, sterco, polpa di petali. Una possibile classificazione (non rigorosa dal punto di vista genetico e anatomico, ma comoda per scopi illustrativi) delle api appartenenti a questo vasto gruppo si basa sulla struttura del nido:
- buchi tubulari nel legno scavati da altri insetti o nei gambi di arbusti;
- cavità irregolari o nidi abbandonati da vespe;
- gusci di lumaca;
- nidi di termiti;
- superfici esposte;
- Tunnel scavati nel terreno dalle api stesse.
Molte di queste api accettano volentieri di nidificare in strutture artificiali (v. nidi per api selvatiche ). Queste api solitamente depongono più uova in ciascun nido, costruendo una struttura di separazione usando diversi materiali, come fango (che raccolgono già pronto dai bordi di qualche pozzanghera o impastano loro stesse con terreno e saliva, e che portano tra le mandibole fino al nido) o foglie (che ritagliano da piante: da cui il nome di api tagliafoglie, la cui famiglia più importante è quella delle Megachilidae ). Se la struttura del nido è tubulare, la partizione è una semplice parete verticale. Se il nido è più ampio, l'ape dovrà costruire pareti più complesse. Come nel caso delle camere delle api minatrici, anche qui le api depongono un solo uovo per cella, depositandolo sulla riserva di nettare e polline che nutrirà la larva per il tempo necessario. La costruzione di ciascuna cella e la raccolta della corrispondente riserva di cibo può richiedere un intero giorno. L'ultima cella delle strutture tubulari è spesso lasciata vuota, e costituisce una struttura isolante. Il nido viene poi chiuso da un ultimo strato di fango o foglie. Ogni femmina può costruire più nidi. La durata della maturazione delle larve varia da specie a specie. Alcuni insetti adulti emergono nel corso della medesima stagione, altri svernano nel loro nido ed emergono in primavera. Un terzo gruppo è costituito dalle api carpentiere o legnaiole, così chiamate perché anziché usare gallerie nel legno scavate da altri insetti eseguono questa operazione loro stesse. Questo comportamento è evoluto più volte tra le api (vi sono dunque della legnaiole appartenenti a diverse famiglie), che comunque hanno delle caratteristiche comuni. Ovviamente sono tutte dotate di mandibole molto robuste. Inoltre sono molto longeve: spesso sopravvivono tanto da veder nascere i propri figli, e a volte interagiscono persino socialmente con loro. Spesso depongono solo poche uova, ma molto grandi (in alcuni casi, più della metà della lunghezza dell'ape). Ciò costituisce un enorme investimento in energia, ed è probabilmente alla base di uno sviluppo evolutivo caratteristico: queste api si pongono a guardia del nido finché i loro figli non si sono sviluppati completamente.
Alimentazione
Come l'ape mellifera, anche le api selvatiche raccolgono nettare e polline. Molte di esse, come le api mellifere, sono dotate di sacche per il polline sulle zampe posteriori. Alcune specie, invece, raccolgono il polline tramite strutture villose situate sotto l'addome, per esempio quelle appartenenti ai generi Megachile (come l'ape illustrata nella foto) o Lithurgus .
Api appartenenti ai generi Megachile. (©D. Besomi)
Api e impollinazione
Il ruolo delle api selvatiche nell'impollinazione è complementare a (e non in concorrenza con) quello dell'ape mellifera. La variabilità delle loro forme e delle dimensioni permette loro di raggiungere fiori che sono inutilizzabili per l'ape domestica. Le api selvatiche si sono dimostrate essere un indispensabile complemento alle api domestiche nel caso di impollinazione di alcune piante ad uso alimentare, per esempio i mirtilli.
Il loro habitat è minacciato: con la generale diminuzione di biodiversità hanno sempre più difficoltà a trovare fonti di cibo sufficientemente varie, e spesso non riescono a trovare luoghi di nidificazione adeguati. Possiamo aiutarle con un giardinaggio che favorisca gli insetti impollinatori , e mettendo a loro disposizione nidi artificiali e luoghi di nidificazione adeguati. Questo ci dà anche la possibilità di osservarli da vicino (senza particolari timori, perché in generale non sono aggressive e pungono solo se costrette).
Nella sezione bibliografia del sito sono elencate alcune guide da campo sugli apoidei, e nella sezione dei link sono date ulteriori informazioni.
Gallery Esemplari di api selvatiche. ©D. Besomi
Molte informazioni in questo articolo sono tratte da C. O'Toole e A. Raw, Bees of the world ,
London: Blandford, 1991. (compra)